[Lego, ergo sum - Mar/Apr 14] Capo Horn vol. 1, Orfani 6, Il trono d'Argilla vol.1-2, The Manhattan Projects vol.1
Quando vivevo a Roma una delle
mie sale lettura preferite era la metropolitana: solitamente i tragitti
abituali duravano una mezz’oretta, che dedicavo quasi totalmente alla lettura.
Adesso che la metro la utilizzo prevalentemente nel weekend, una nuova location
si è imposta come luogo deputato alla lettura calma, lenta e goduta in virtù
del tempo abbondante che mi tocca spendere a bordo: i vagoni del Frecciabianca
di Trenitalia. Magari esistesse la corrispondenza 1 punto Cartafreccia = 1
euro. Stipendio mensile duplicato!
Perciò, come facevo prima su aNobii, mi va di lasciare per iscritto
cosa mi rimane e cosa mi colpisce dopo la lettura. Queste sono le ultime opere che mi hanno tenuto compagnia.
Capo Horn, vol.1
Graphic novel appartenente alla
linea "Lineachiara" della RW Lion, l’ho acquistata al recente
Cartoomics anche grazie alla presenza del disegnatore Enea Riboldi, persona
molto gentile e a modo che autografava i volumi, e devo dire che si è rivelata
una scoperta molto piacevole.
Ambientato alla fine del XIX
secolo nella parte meridionale della Terra del Fuoco (posto che nel mio
immaginario conserva ancora un fascino di landa selvaggia, affascinantissima e
rude come doveva esserlo in quel periodo), il primo volume di Capo Horn ci
introduce un nutrito cast di personaggi molto differenti da loro che conducono
esistenze indipendenti all'inizio ma che poi il destino farà incontrare.
Un gruppo di cercatori di fortune fugge dopo aver rubato un carico d’oro da un signorotto locale; al largo della costa un capitano americano affronta i marosi mentre tenta di attraversare Capo Horn e dirigersi nel Pacifico con la sua goletta; una nave francese in missione scientifica-esplorativa con a bordo uno studioso ed un ufficiale che scrive lunghe ed appassionate lettere alla fidanzata lontana entra in contatto con una delle ultime tribù indigene del posto; una missione tenta di cristianizzare ed istruire queste stesse tribù, al contempo cercando di debellare una mortifera epidemia che ne sta decimando la popolazione; un ex-militare dell’esercito deluso si contenta di offrire protezione alla missione e ai piccoli villaggi intorno per tentar di ritrovare una leadership che gli è sfuggita di mano.
Ho trovato molto azzeccata la
chicca dello "stacco" narrativo utilizzato dagli autori per passare
tra le varie storie introduttive: un albatro vola nei cieli delle isole che
fanno da sfondo alla storia rendendo morbido il passaggio narrativo e nel
contempo ci presenta anche la meraviglia ed il fascino di quelle terre di
frontiera.
Il setting è molto originale e
l'incontro-scontro tra europei e popoli colonizzati, punto focale del racconto,
è a mio avviso trattato in modo piacevole ed è forse proprio questo l’aspetto,
insieme all’originale ambientazione, che mi ha fatto rimanere felice
dell’acquisto e del tempo dedicato alla lettura.
Anche i disegni sono ottimi,
soprattutto nella rappresentazione delle bellezze naturali della Terra del
Fuoco: io avrei preferito delle chine leggermente più sottili, ma de gustibus.
Promosso, aspettiamo i soliti
tempi biblici per il prossimo...
Orfani 6
Orfani, dico la verità, a me
piace, pur con tutte quelle pagine di scene d'azione che a volte ti fanno
pensare che il prezzo sia un po' troppo alto rispetto alla “sostanza” .
Ma cavolo, E' un fumetto di
fantascienza d'azione, ben vengano botti, sparatorie, scazzottate ed esplosioni!
Narrativamente parlando non sarà
il miglior volume tra i sei pubblicati ma il plot twist introdotto da Recchioni
(forse a posteriori un po' intuibile cercando indizi nei numeri precedenti)
vale la lettura perché sembra proprio il preludio ad una seconda parte di arco
narrativo piena di botte e frasi fighe. Vediamo cosa ne verrà fuori, ma a me
già così piace.
Nota stonata di questo numero
forse i disegni: non perché siano brutti in assoluto, ma perché lo stile è
abbastanza diverso dai numeri precedenti e questo fatto crea uno stacco. Ma
insomma, stiamo a badà ar capello.
PS si, di Orfani è uscito il numero 7 già da una settimana. Questo fa capire quanto restino a maturare i miei post nella cartella bozze...
Il trono d'Argilla - vol 1: Il
cavaliere con l'ascia, vol 2: Enrico, Re di Francia e di Inghilterra
Gran sorpresa questo "Il
trono d'Argilla". Comprato quasi per caso al Lucca Comics nel 2012
istigato dalla combo "copie firmate limitate" e "racconto a
sfondo storico", mi sono ritrovato nel 2014 a non averla ancora letta
quand'ecco che al Cartoomics di un mese fa spunta fuori Thèo, uno degli autori,
che autografa e disegna sul secondo
volume appena uscito: instabuy, e ci si tuffa nel bel mezzo della baruffa della
Guerra dei Cent'anni, conflitto lunghissimo che vide contrapposti i neonascenti
stati nazionali di Francia ed Inghilterra tra il XIV e il XV secolo.
Re Enrico IV d’Inghilterra,
scaltrissimo stratega e uomo dalla volontà di ferro è deciso ad aggiungere la
corona gigliata alla sua e creare un’unica incontrastabile potenza europea; nel
frattempo in una Francia dilaniata dalla guerra civile tra le fazioni degli
Armagnacchi e dei Borgognoni il re Carlo V è inabilitato da una malattia che lo
ha reso pazzo e il vuoto di potere sembra rendere quella degli inglesi una
passeggiata di salute. Thanneguy du Chastel, cavaliere fedele alla fazione
armagnacca e al Delfino di Francia Carlo, è il protagonista che ci accompagna
in una ricostruzione storica romanzata e piacevole che non lesina in dettagli
per spiegare con dovizia di particolari le complicazioni insite nelle lotte di
potere e di trono nell’Europa medievale dove intrecci di parentela, intrighi e
capricci portavano battaglie, sofferenze e carestie magistralmente
rappresentate nelle particolareggiatissime tavole del simpatico Théo, che a
dispetto del nome è italianissimo (toscano) e persona molto disponibile e dalla
chiacchiera sciolta.
Castelli, foreste, città, scene di battaglia: i disegni di
quest’opera, coadiuvati dagli ottimi colori sempre di fattura italiana, creano
la giusta atmosfera e allietano chi legge per la dovizia certosina di dettagli
(come ha detto lo stesso Théo durante la sessione di disegni: “odio gli sfondi
poveri”…e si nota). Immagino che l’edizione originale francese sia dotata di
tavole più grandi che permettono di apprezzare ancor di più tutte le
particolarità inserite negli scenari, ma tant’è, il prezzo appetibile italiano
un piccolo costo deve pur averlo e la riduzione del formato mi sembra un
compromesso accettabile.
Aspetto da rimarcare: nei volumi
compare una piccola pulzella d’Orleans e ho molto apprezzato che non esistano
divagazioni su aspetti mistici/sovrannaturali e il tutto si mantenga fortemente
realistico ma, importante, non eccessivamente serioso. Diciamo che l’atmosfera
è sempre quella giusta nel frangente giusto. Buono così.
In definitiva questi due volumi
mi sono piaciuti parecchio, e sinceramente non vedo l’ora di leggere i
prossimi, che con i soliti rilassatissimi tempi francesi posso anche non
preoccuparmi di iniziare a far spazio in libreria da subito.
The Manhattan Projects, vol. 1: Scienza cattiva
Johnatan Hickman è pazzo, completamente. Ed è un grande
scrittore di comics, e questo non si può negare. Nel giro di pochi anni, come
dicevo nel post dedicato a Pax Romana, si è conquistato un posto nel giro di
quelli che contano di più (Marvel inclusa, e grazie per la sottotrama presente
anche in Captain America: Winter Soldier) e nella mia libreria.
Hickman ci chiede: e se il progetto Manhattan fosse solo una
banale copertura dei veri progetti supersegreti dell’esercito americano? E se i
supergeni assoldati dagli USA fossero si delle menti brillanti, ma affetti da
disturbi quantomeno inquietanti che ne minano la personalità?
Otteniamo così un Oppenheimer con personalità multiple, un
Einstein ubriacone, un Feynman narciso, un Von Braun afflitto da deliri di
onnipotenza e un Truman capo massone alle prese con scoperte scientifiche
aldilà dell’ordinaria comprensione che non fanno presagire nulla di buono per
l’umanità. Già perché, dimenticavo, oltre a tutti i disturbi palesi, questi
supergeni sono anche piuttosto cattivi e disinteressati ad un radioso futuro per
l’umanità tutta; ciò che conta è la scienza.
Un nutrito cast di gente giusta |
I disegni di Nick Pitarra sono abbastanza “particolari” e magari non immediatamente godibili, ma secondo me sono adeguatissimi per il tipo di storia grottesca e fuori dalle righe. I colori la fanno da padrone, e le tavole sono esplosive con toni accesi e netti che immergono in un’atmosfera quasi psichedelica, oltre a servire anche da aiuto alla narrazione soprattutto per quanto riguarda il tema della dualità, fil rouge di questo primo volume.
Hickman sei un adorabile fuori di testa e anche questa volta hai fatto centro.
The Manhattan Projects me lo ha fatto vedere Matteo ieri sera alla Feltrinelli. E' geniale. Quel tale Hickman deve essere completamente folle :D
RispondiEliminaHickman è un grandissimo! Ammetto che a volte fatico a seguire le sue sceneggiature, ma lo adoro! :)
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