Planetes

E oggi si parla di Planetes, opera a fumetti manga del 2001, scritta e disegnata da tale Makoto Yukimura (con i nomi giappi nun je la posso fa), le cui vicende ruotano attorno alle vite dei membri dell'equipaggio di una nave di raccolta detriti spaziali negli anni '70 del XXI secolo. 




Subito dopo la lettura del primo volume, scrissi un breve commento su aNobii, noto social network dedicato ai libri e alla lettura, che riporto qui integralmente:



"Non è che io odi i manga, ma di sicuro non li preferisco. Sarà un preconcetto, forma mentis, o una questione di come disegni e sceneggiatura nella maggior parte dei casi non riescano a parlarmi come succede per i fumetti occidentali; ma sta di fatto che le opere manga che posso dire mi siano davvero piaciute si contano sulle dita di una mano. 

Ok, è arrivato il momento di aggiungere un altro dito.

Planetes volevo leggerlo da tempo, causa la tematica spaziale, mia ossessione, e causa anche i generali commenti positivi che ha sempre suscitato. Cogliendo l'occasione della ristampa l'ho fatto mio e che sorpresa, ora non attendo altro che il prossimo volume!
Personaggi, trama, sceneggiatura e disegni ciò che mi ha convinto di più, a differenza di altri manga cominciati e lasciati a metà: le avventure dei tre spazzini spaziali, a volte comiche, a volte intimiste, a volte più seriose, mi hanno lasciato qualcosa che forse fa leva sulla mia passione per lo spazio, forse no. 
Le storie personali dei protagonisti si intrecciano intelligentemente con una riflessione (anche politica) sul futuro dell'esplorazione umana dello spazio, e il tutto è condito con l'amore per un realismo che a volte la fantascienza lascia da parte, ma di cui si sarebbe sentita la mancanza se l'autore non fosse stato così meticoloso. 
In definitiva, consigliatissimo non solo a chi mastica di astronautica o sogna di vedere la prima impronta umana sul suolo marziano, ma a tutti coloro che apprezzano la buona fantascienza."

Come già detto nel commento, vincendo la mia pregiudiziosa reticenza nei confronti dei manga, che in un appassionato del mezzo fumettistico non dovrebbe affatto manifestarsi, ho potuto scoprire una grande opera che a mio avviso fonda la sua ottima riuscita principalmente su due pregi principali: lo sviluppo dei personaggi ed il realismo.

Il signor Yukimura è riuscito innanzitutto a creare una visione plausibile e coerente del futuro prossimo*, non voltando le spalle ad aspetti che la fantascienza molte volte trascura sull'altare della spettacolarità.
Qui i silenzi nel vuoto cosmico, le difficoltà fisiche del vivere in un habitat non naturale e i pericoli di un luogo ostile ci sono e sono coprotagonisti perfetti di una vicenda che è interessata, scopriremo, più a farci ridere e soffrire accanto agli ottimi personaggi che a farci vivere avventure al di là del possibile come una comune opera sci-fi. E non c'è stato un singolo momento in cui lo svolgimento mi sia sembrato poco plausibile, e ciò è meraviglioso.



L'autore fa di tutto per farci innamorare dei suoi personaggi, e per farlo gli lascia un gran palcoscenico: ciascuno di essi ha degli episodi dedicati, e dei flashback che ne rivelano il passato, approfondendo moltissimo la psicologia di ogni attore di questa epopea che spazia dalla vastità del cosmo alle vicende che comunemente riguardano le mura domestiche con una maestria e una leggerezza di stile che ha a mio avviso del fenomenale.



Come un abile burattinaio l'autore riesce, proprio nell'ultima parte della vicenda ove ci si attenderebbe che tutti i nodi vengano al pettine, persino a non far sentire la mancanza del protagonista, l'ostinato Hachimachi, giovane che incarna la volontà dell'essere umano di inseguire i propri sogni e di scoprire, esplorare, spingersi aldilà dei limiti imposti dalla natura, sacrificando tutto sè stesso per l'ignoto, novello Ulisse dello spazio. 




Tutti i personaggi sono ugualmente fondamentali per lo svolgersi della vicenda, e così mentre il protagonista è lontano andiamo a conoscere meglio il tenace capitano Fee e l'adorabile ed ingenua Ai Tanabe, personaggio che personalmente adoro e trovo riuscitissimo per la sua naturalezza e profondità psicologica. Le sottotrame consistono sostanzialmente nelle vicende private dei protagonisti, mai banali, che lasciano sempre un'impronta emozionale, e in una vicenda che tiene aperto il discorso sull'eticità della scienza e su quanto ci si può spingere nel sacrificare la moralità per il progresso comune.


Ho molto apprezzato i temi di fondo che Yukimura riesce a sviluppare nei tre volumi che compongono l'opera, che spaziano da temi globali, come il progresso dell'intera umanità e la voglia di allargare i nostri orizzonti, a quelli più intimi e personali, come l'amore e l'affetto che inesplicabilmente riescono a guidarci e a non farci sentire soli neanche nelle vuote profondità del cosmo, o intime riflessioni sulla propria personalità e le pulsioni che guidano la nostra personalità e la nostra esistenza. Un'opera che riesce a parlarci di esplorazione, sogni, amore, filosofia, psicologia, scienza, moralità ed etica come se fossero i temi più semplici del mondo può essere a mio avviso considerata un vero capolavoro.


Emblematica è la sequenza finale: il discorso del protagonista di fronte alla meraviglia, alla fine di un viaggio che corona il suo sogno è emozionante soprattutto per la sua asciutta semplicità. Ci si attende un qualcosa di altisonante e commensurato all'occasione, un finale roboante e maestoso, ma alla fine sono i sentimenti più semplici a farla da padrone e sinceramente credo sia giusto così.

Ho lasciato in secondo piano i disegni, ma ciò non vuol dire che siano mediocri, anzi. A differenza di molti altri manga l'equilibrio tra tratto, chine, retini, sfumature mi è sembrato perfetto. Non ho trovato una singola vignetta confusa: tutto chiaro, leggibile e piacevolissimo. E il tratto di Yukimura mi piace davvero tanto, forse il mio preferito tra i pochissimi manga che ho letto.


In sintesi, un'opera che mi ha sinceramente appassionato, emozionato e divertito. E mi ha fatto ricordare, se ce n'era bisogno, di quel fuoco che mi divampa dentro pensando a come mi è sempre apparsa pazzesca e meravigliosa l'idea di scoprire ed esplorare ciò che è oltre i confini della nostra fragile culla cosmica. 
Ad astra, per aspera.




*Un piccolo appunto: questo manga è stato scritto un decennio fa, quando la scure della crisi e dei conseguenti tagli non si era ancora abbattuta sui programmi spaziali, ed il ritorno alle grandi esplorazioni sembrava dietro l'angolo. Ma mancano ancora sessant'anni, ed io sono fiducioso che l'umanità ritrovi la retta via.

Commenti

  1. Questo è -tra tante, troppe, altre- nella lista delle cose che vorrei fare (oltre al semplice leggere), tutte quelle cose che mi sono perso in questi brutti anni passati, vorrei solo trovare il tempo e il denaro necessari per tutte quante.
    Ma sono fiducioso...ho iniziato da tempo e poco alla volta ce la farò!

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